Nutri-Score è un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia che semplifica l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare utilizzando due scale correlate: una cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica comprendente le cinque lettere dalla A alla E. Lo strumento è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori universitari francesi denominato EREN (Equipe de Recherche en Epidémiologie Nutritionnelle]) ed è un sistema a punteggio il cui fondamento sono le tabelle nutrizionali della Food Standards Agency del Regno Unito.
Lo strumento è stato ipotizzato per la prima volta dal gruppo di ricerca nel 2013, con la pubblicazione di un rapporto contenente diverse proposte di salute pubblica tra le quali si sosteneva l’importanza di adottare un sistema di voti (inizialmente solo alfabetico dalla A alla E) da stampare sulle confezioni alimentari per consentire al consumatore un facile confronto tra le qualità nutrizionali di diversi prodotti
La scala nasce dall’idea di semplificare la lettura della tabella nutrizionale classica e permettere una scelta di prodotti più rapida in base alle esigenze del consumatore; secondo il Ministero della Sanità francese, questo sistema dovrebbe permettere un più facile accesso ai cibi confezionati “sani”, contribuire alla “lotta all’aumento delle malattie cardiovascolari, l’obesità ed il diabete
L’applicazione diffusa di questo sistema di valutazione è stato variamente osteggiato dall’industria agroalimentare anche con vere e proprie operazioni di lobbying segnalate anche da diversi ricercatori. All’inizio del 2017 il Ministero della salute francese ha confermato il proprio impegno nel diffondere il più possibile l’utilizzo di questo strumento senza però renderlo obbligatorio per le industrie alimentari, secondo i criteri del regolamento europeo del 2011 sull’informazione al consumatore sui prodotti alimentari
Nello stesso anno, la Commissione europea ha presentato al Parlamento ed al Consiglio Europeo una relazione sull’opportunità di un’ulteriore armonizzazione dell’etichettatura nutrizionale
Il 15 febbraio 2018, 33 aziende agroindustriali e di distribuzione hanno annunciato il loro impegno a mettere il punteggio Nutri sui loro prodotti.[senza fonte] La banca dati alimentare gratuita di Open Food Facts calcola il punteggio con il punteggio Nutri per i prodotti completi nella sua base
– l’etichetta a semaforo ideata dai francesi che assegna un colore, e dunque un “via libera” o meno, ad ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale. La proposta italiana è denominata invece “etichetta a batteria” e prende in esame non i singoli cibi, bensì la loro incidenza all’interno di una dieta.
I DIFETTI DEL NUTRISCORE
L’iniziativa italiana, di fatto, sposa la battaglia che da anni porta avanti Federalimentare a difesa della salute e del Made in Italy. “Il meccanismo del Nutriscore metterebbe sullo stesso piano alimenti molto diversi, a discapito delle eccellenze della dieta mediterranea, celebrata in tutto il mondo come la più sana. Ne farebbero le spese prodotti determinanti quali, tra gli altri, l’olio extravergine di oliva, il parmigiano e il prosciutto crudo”.
Nutriscore-contro-etichetta batteria
ETICHETTA A BATTERIA: COME VALORIZZARE LA DIETA MEDITERRANEA
La dieta mediterranea e il modello italiano si basano sulla piramide alimentare, che non esclude alcun cibo, ma ne indica le quantità consigliate, così da consentire una dieta varia e soddisfacente e allo stesso tempo equilibrata dal punto di vista nutrizionale. La proposta italiana per un sistema di etichettatura informativa sulla confezione – armonizzata a livello europeo – prevede l’indicazione di tutti i valori relativi ad una singola porzione consumata. All’interno del simbolo “batteria” è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata.
La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuta nella singola porzione, permettendo così di quantificarla anche visivamente. “La batteria è il frutto di due anni di lavoro e del contributo di quattro ministeri: Salute, Esteri, Agricoltura e Sviluppo economico. Alla base scientifica di questo sistema di etichette hanno lavorato l’Istituto superiore di Sanità, il Consiglio superiore dell’Agricoltura e il Crea. All’Università Luiss è stato commissionato lo studio sul campo: è stato interpellato un campione di famiglie italiane alle quali sono state sottoposte entrambe le etichette, il nutriscore francese e la batteria italiana. E in questi giorni è arrivato il verdetto: le famiglie italiane si trovano indiscutibilmente meglio con la batteria. Forte di questa conferma, il governo italiano ora può fare le sue mosse a Bruxelles”.
Dott. Roberto Federico, Comitato Scientifico MYW8
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