Nutrigenetica: studia la correlazione tra patrimonio genetico del singolo e la risposta agli alimenti.
La medicina moderna è sempre più orientata verso la personalizzazione delle cure e verso la prevenzione. La genetica, cioè lo studio del DNA, permette di conoscere alcune caratteristiche dell’individuo e di attuare un intervento preventivo e personalizzato
Tra le diverse branche della genetica, la Nutrigenetica studia la correlazione tra il patrimonio genetico del singolo e la sua risposta a diversi nutrienti.
Dati scientifici dimostrano infatti che un alimento può avere diversi effetti a seconda degli individui. Il metabolismo delle diverse sostanze varia da persona a persona e dipende dal nostro DNA. Le caratteristiche genetiche regolano il funzionamento del nostro organismo e come esso interagisce con l’ambiente circostante, influenzando il nostro stato di salute.
Parlando di obesità, ad esempio, decine gli studi hanno dimostrato come la componente genetica di questa malattia varia dal 40 al 70%.
Per questo l’analisi del DNA, che rileva le caratteristiche genetiche delle singole persone, è un alleato importante per scegliere l’alimentazione e lo stile di vita più adatti al proprio organismo.
Il test genetico che analizza, mediante tecniche di biologia molecolare, i geni coinvolti nel metabolismo di diverse sostanze, come la vitamina D, l’acido folico, il colesterolo, nella capacità antiossidante e detossificante dell’organismo, nell’attitudine ai diversi tipi di sforzo fisico e nella predisposizione all’accumulo di grasso e valuta la predisposizione all’intolleranza data da alcuni alimenti
La Nutrigenetica è in grado di svelare se, per motivi genetici il rapporto di un individuo con il cibo è alterato, magari predisponendolo ad avere una minore sensazione di sazietà dopo un pasto o ad essere eccessivamente attratto da cibi maggiormente calorici.
Si può anche capire se la sua risposta alla dieta, come calo di peso, è scarsa o meno; se facendo una dieta rischia di perdere massa magra; qual è la predisposizione a recuperare il peso perso o a depositare il grasso maggiormente a livello viscerale oppure a quali macronutrienti – proteine, carboidrati o lipidi – è più sensibile in modo da bilanciare la dieta.
Il test analizza la sensibilità ai carboidrati, lipidi e proteine, la predisposizione al recupero del peso e alle infiammazioni e la risposta alla restrizione calorica in modo da definire una dieta dimagrante personalizzata capace di ottenere risultati in modo rapido, efficace e duraturo.
Con il test del DNA si possono individuare le intolleranze e sensibilità alimentari di origine genetica, come l’intolleranza al lattosio, nonché la sensibilità a caffeina, sale, alcool, ferro e nichel, così come la predisposizione genetica all’intolleranza al glutine, tutte condizioni che possono causare disturbi temporanei, ma anche effetti a lungo termine.
Eseguire il test molto semplice e non invasivo: è sufficiente prelevare della saliva con un tampone all’interno della guancia.
Il test genetico consente di studiare un piano alimentare personalizzato sulla base delle diverse caratteristiche e predisposizioni di ciascun individuo e delle sue diverse capacità di interagire con diverse sostanze.
In un recente studio, l’Università di Stanford ha dimostrato che una dieta per la perdita di peso in linea con il profilo genetico è più efficace di un approccio standard.